Osservare la gente

PRATICARE IL PEOPLE WATCHING
L’arte di osservare il prossimo e capire meglio se stessi

Delle diverse Contemplazioni, quella rivolta ai nostri simili è probabilmente la più complessa. Mentre quando osserviamo la flora, la fauna o lo spazio, non abbiamo preconcetti o parametri di giudizio che condizionano il nostro sguardo, quando contempliamo gli umani, tendiamo subito a razionalizzare il nostro sguardo, analizzando e comparandoci.

L’esercizio dovrebbe essere invece quello di cercare le caratteristiche estetiche e di comportamento che nascondono luce, bellezza e originalità.

Si osserva la gente per due principali ragioni.
Una più di fantasia, per fantasticare e immaginare la vita degli altri. L’altra, più utilitaristica, per rubare ispirazioni e idee per poi farle diventare proprie.

Quando poi si è in viaggio e si cercano informazioni, il people watching è fondamentale per individuare la persona più adatta a rispondere ai tuoi bisogni, che sia di informazioni pratiche o di aiuto (del tipo dove mangiare, dormire o cosa vedere).

 

ELEMENTI PER CONTEMPLARE l'ALTRO, VALORIZZANDONE LE BELLEZZE

Ahimè non siamo belli come la natura

Mi sono messo a osservare con attenzione i miei simili in migliaia di luoghi del mondo. Sulle piazze, per strada, al mercato, sul treno, un po' ovunque. Ma non c'è stato nulla da fare: contrariamente alla natura, che trovo bella in ogni sua forma e aspetto, negli esseri umani trovo bellezza ma anche bruttezza. Alcune persone mi appaiono inevitabilmente prive di fascino, sgradevoli, sgraziate, goffe, tozze, insomma brutte. E la cosa non dipende dall'età, perché ho visto anziani segnati dal tempo ma che trasmettono ancora bellezza, e giovani che di essa non mostravano traccia.

Mi piacerebbe sostenere che gli esseri umani, essendo anche noi figli della natura, siano tutti belli, ma non mi viene facile. Come fare a sostenere quindi l'affermazione del precedente capitolo, secondo cui tutti i fenomeni naturali sono bellezza?
Ritengo che questa contraddizione si possa risolvere attraverso il pensiero di Immanuel Kant. Secondo il filosofo tedesco, esistono due specie di bellezze: quella “libera” e quella “aderente”.  La bellezza libera non presuppone alcun modello di oggetto di ciò che l'oggetto deve essere. Ad esempio, i fiori, le conchiglie e qualsiasi elemento della flora o della fauna. Troviamo qui un giudizio di gusto “puro” perché non abbiamo nessuno scopo a cui l'oggetto possa corrispondere. La bellezza aderente invece aderisce ad un modello o concetto della perfezione dell'oggetto e deve aderire alla mia visione di bello. E qui Kant nomina gli esseri umani, gli edifici, l'abbigliamento... Qui il nostro giudizio cambia, ad esempio per i corpi umani, di cui tutti abbiamo un'immagine ideale nella mente, in cui anche inconsciamente, vogliamo che aderiscano al nostro stereotipo di bellezza, al nostro gusto.

L'empatia: infiltrarsi nella mente degli altri

La lezione più grande che voglio trasmettere a mio figlio è l'empatia. Solo mettendoci nei panni degli altri possiamo rompere le barriere dell'ego e arricchirci attraverso il prossimo. Le persone empatiche, spesso ipersensibili, tendono a vedere la vita con gli occhi dell'amore, della fiducia e dell’attenzione per gli altri. Hanno al loro interno una grande quantità di luce, ma sono anche le prede preferite dei 'vampiri', che si nutrono dell'energia degli empatici. Occorre quindi saperli distinguere ed evitare.

Si tratta di sentire. Sentire significa incontrare, istituire una relazione,

entrare in una stessa frequenza. E per far ciò occorre spogliarsi di pregiudizi e preconcetti, superare il proprio auto centrismo e vestirsi di tolleranza e sincero interesse verso il prossimo.

È la nostra luce interiore a farci splendere

Sempre osservando la gente in giro per il mondo ho constatato che, pur mantenendo il mio gusto del bello e del brutto, in ogni persona esiste una luce. E questa si sprigiona tramite l'espressione del viso e dei movimenti del corpo.

Riferendomi a una frase dell'intellettuale franco-cinese Francois Cheng che dice: “Ogni volto, preso nella sua bontà, è bello”, capisco che la bellezza va oltre l'estetica. Ogni volto può assumere una sua luce, una sua grazia, un fascino tutto suo.

Del resto, del corpo di cui siamo stati dotati alla nascita, nessuno ha merito. Il valore reale dipende piuttosto dall'equilibrio tra corpo, mente e cuore, e si manifesta attraverso la forma più nobile della bellezza: l'Armonia.

Pensiamo ad esempio all'eleganza; a mio avviso più che l'abito è importante il portamento, l'allure. Una persona sgraziata e maleducata, potrà indossare qualsiasi marchio della haute couture, ma non avrà mai la luce di una persona educata e affascinante che, magari con un semplice jeans e t-shirt, trasmette stile e grazia.

La vera bellezza non ha trucchi o maquillage; è essere naturali, spontanei e veri.

Reputo comunque che la bellezza, come le altre qualità dell'essere umano, non sia qualcosa di immutabile. Può crescere o diminuire, sbocciare o sfiorire, brillare o spegnersi. E molto dipende da come viene alimentata. Così una persona che un tempo era bella, oggi può essere diventata un giardino inaridito; o, al contrario, l’anatroccolo di un tempo, essersi trasformato in cigno. E questo dipende dal rapporto che si ha con sé stessi e con la propria coscienza.

Meng-tzu, antico filosofo confuciano del III secolo a.C., sosteneva che “l'aspetto e la bellezza sono di natura celeste” ... “Solo se si è santi, si è capaci di mantenere ciò che l'aspetto promette”.

È così che la luce cresce, in rapporto alla bellezza spirituale di ognuno. Prenderci cura del nostro corpo, della nostra mente, del nostro spirito, per splendere, tutti i giorni. È qualcosa che riluce da un luogo profondo, la parte speciale del cuore che irradia tutto il corpo: le vene, i muscoli, i nervi, gli occhi, la pelle, il sorriso, il respiro, le parole.

 

IMPARARE A LEGGERE LE PERSONE

Cos'è il people watching?

Anche se in Italia il termine è pressoché sconosciuto, siamo tra i popoli che praticano di più il people watching. Sarà per il nostro clima mite e i nostri bar e ristoranti che ci portano a stare fuori, per il nostro saper socializzare e instaurare conversazioni, siamo il paese ideale per praticare questa preziosa e virtuosa attitudine.  Ma quando è stata l'ultima volta che hai guardato la gente? Come sono vestiti, cosa dicono, come si muovono? A nostra insaputa facciamo quotidianamente del people watching, ma non avendo definito l'attività, non sappiamo come trarre i benefici di tale contemplazione del prossimo.

Definizione di People Watching: è l'azione di osservare la gente, la folla, gli individui e le interazioni; di solito a loro insaputa. Si tratta di raccogliere dettagli comportamentali, espressioni, idiosincrasie, abbigliamento, tic per provare a indovinare la storia di un'altra persona.

Per alcune persone è considerato un hobby, ma per molte altre è un'attività inconscia a cui partecipano ogni giorno senza nemmeno rendersene conto. In genere lo si pratica per relax o per trarre ispirazione per creare caratteri di personaggi per qualche film o libro.

Qualche consiglio pratico:

Definire il tipo di people watching che si vuole praticare, ovvero puntare più sull’ascoltare o sull’osservare.

Trovare la postazione più adatta, spesso lievemente in alto e un po' distaccato dagli assembramenti. Per guardare occorre avere una visione d'insieme.

Fondamentale: mimetizzarsi il più possibile e essere discreti nell’osservare.

Non aver fretta. Un people watcher deve sincronizzarsi con la frequenza del luogo. Chiudere gli occhi, ascoltare più dettagli possibili e sentire gli odori dei cibi, i profumi delle donne.

Soffermarsi sui dettagli, dell’abbigliamento, dei gesti, delle espressioni.

 

Spunti per imparare dal People Watching

Osserva una persona che è in attesa e cerca di indovinare chi sta aspettando.

La troverai forse seria e un po’ triste. Poi all'improvviso vedi sbucare un bambino e il suo viso si trasforma, illuminandosi.

La tua prima impressione è stata cambiata in un attimo, con un semplice sorriso. Non aver fretta nel giudicare. Soffermati, osserva e aspetta che succeda qualcosa.

In una società che tende a metterci in concorrenza uno contro l’altro, siamo portati a sminuire il prossimo. Se invece capissimo che la corsa è solo con noi stessi, impareremmo che ascoltare e osservare l’altro può essere molto arricchente.

Possiamo ispirarci ai modi di vestire, cercando dettagli che ci piacciono.

Nota la differenza di utilità tra un “guarda quello com'è vestito male”, con un “ah guarda che elegante quella fantasia”. Mentre nel primo caso l'affermazione è fine a se stessa, nel secondo la constatazione può entrare a far parte nella nostra vita – in questo caso un giorno ci vestiremo forse di quella fantasia.

Molte volte le persone mi sorprendono con le sequenze delle loro azioni, facendomi cambiare idea in un istante. Ma per capire, occorre spesso attendere, perché vedere non vuol dire sempre comprendere.

Quando guardavo le coppie sedute al tavolo di un ristorante che non parlavano mai

tra loro, pensavo non avessero più nulla da dirsi e che il loro rapporto d’amore fosse ormai finito.

Una sera, in una di quelle mie cene in solitaria per i quartieri di Roma, mi siedo a un tavolo vicino ad una coppia che mi ispira per la mia serata di people watching. Due distinti turisti canadesi sulla settantina. In un’ora di cena, avranno detto si è no cinquanta parole, gran parte delle quali durante la scelta, devo dire meticolosa, del pesce e del vino. Il resto è tutto un assaporare i piatti e il costoso vino. Poi, a fine serata, in uno sguardo che riassume centinaia di parole, lui la guarda dolcemente e chiede “Happy?”. Lei: “Yes darling”. Si alzano e tenendosi per mano, scompaiono nel buio dei vicoli di Trastevere. E io resto li, a contemplare il loro Amore.

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Le piazze di quartiere sono il luogo ideale per fare people watching. Nei giorni d'estate soprattutto nei paesini, si assiste ancora allo struscio, alle vasche, ovvero a gruppetti di amici e di coppie che camminano su e giù facendosi notare. Ci sono neo-coppiette che passeggiando informano il paese della loro unione, bande rivali che occupano postazioni strategiche spesso nei pressi del Caffè centrale, anziani sempre al solito bar da decenni, quello più semplice ma con i liquori migliori e tavoli in legno dove poter giocare a carte. Ci sono situazioni in cui potremmo tranquillamente sentirci casting director o registi di un film.

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In una società tendenzialmente negativa, si sceglie spesso di criticare il prossimo anziché elogiarne le qualità. E così anche lo sguardo tende a vedere più le cose criticabili piuttosto che le bellezze. Questo è sintomo di frustrazione – il voler screditare l’altro per innalzare sé stesso.

In fondo sappiamo che criticare il prossimo non ci fa bene, ma è come un sentimento – lo definirei fast food - ovvero che in un primo momento ci fa sentire appagati, ma che in realtà sappiamo che ci inquina e pian piano corrode la nostra autostima.

Praticando il people watching dobbiamo quindi esercitarci a trovare la bellezza nelle persone. Che sia il vestito, l'atteggiamento o un semplice dettaglio, il gioco è di indirizzare il nostro sguardo verso la bellezza del prossimo.

Un grande osservatore di persone è Paolo Sorrentino. Nel libro 'Gli aspetti irrilevanti' (ed. Mondadori), il regista parte dai ritratti del fotografo Jacopo Benassi per poi cucire su ogni personaggio una storia fantastica. Persone sconosciute per le quali viene immaginata una storia. Miliardarie, camorristi, cantanti, portinai, scienziati... Ritratti caricaturali di persone probabilmente “normali” alle quali viene inventata una vita alternativa, intensa ed emozionante. Si tratta di liberare l'immaginazione.

Tra i migliori posti in assoluto dove fare people watching, ci sono i luoghi di transito. Molti li chiamano i non luoghi: aeroporti, stazioni ferroviarie e di autobus, autogrill... È qui che si incontra quasi ogni tipologia di persona. Come il gabinetto, i luoghi di transito accomunano il genere umano.
Questi luoghi sono autentici e spesso occorre aspettare per la partenza. In passato l'attesa corrispondeva a lettura di cartacei, chiacchiere o attività di people watching. Oggi, con l'avvento degli smartphone, quel prezioso tempo è dedicato a un nuovo verbo: “lo smanettare”.

Di natura non sono una persona retorica, ma sono costretto ad ammettere che questa nuova abitudine rischia non solo di non farci più vivere il momento presente, ma di alienarci dal mondo. Cerchiamo quindi di limitare 'lo smanettare' solo a cose utili e non a riempire il cosiddetto “vuoto”, che in realtà vuoto assolutamente non è.

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