Viaggio e Contemplazione al giorno d’oggi

Perché il viaggiatore parte? Qual è la sua esigenza, la spinta che lo muove, l’energia che lo fa avanzare?
In un Mondo ormai esplorato in lungo e in largo, soffocato dal turismo di massa che ha conquistato quasi tutte le destinazioni - dove i voli internazionali hanno raggiunto 1,5 miliardi di partenze l'anno, Google Earth ha mappato ogni ettaro del pianeta, Tripadvisor ha recensito ogni ristorante e hotel e gli occhiali 3D fanno vedere nel dettaglio i monumenti del mondo - ; ci si chiede: what's next?
Qualcuno afferma che, esplorata la Terra, ora ci aspetta lo spazio. Eppure, gli astronauti concordano che l’immagine più bella visibile da lassù è proprio quella del nostro Pianeta, blu e colorato nell'immensità dell'oscuro universo.
Quindi, dove andare, soprattutto quando si uscirà da questa pandemia, magari un po' più poveri e con un potente desiderio di liberare la testa da pensieri pesanti e negativi?
È forse arrivato il momento giusto per rivalutare la dimensione di cui parlava Marcel Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Dopo una vita trascorsa viaggiando (inclusi vari giri del mondo), ricca di incontri e di osservazioni naturalistiche, e dopo aver fatto partire per oltre vent’anni una moltitudine di persone verso ogni angolo della terra, sono ormai convinto che non siano i chilometri a fare il viaggio, ma l'intensità con cui si vive quel che ci si presenta davanti. L'attenzione, il tempo e il valore che si conferisce ai dettagli.
Sempre mosso dalla ricerca di percorsi poco battuti e di incontri autentici, ho capito che Viaggiare è una questione oltre che di curiosità, di apertura mentale e di cuore. È la ricerca dell’unicità del momento, della bellezza di un luogo o dell'empatia di un incontro.
Togliendo l’aspetto materialista ed esibizionista, di quando si acquistano pacchetti senza alcun imprevisto e lo scopo è condividere gli attimi più belli scattando foto per i social; il Viaggiare è un serbatoio infinto di metafore e di spunti per la crescita personale, per migliorare il proprio Sé interiore.

Credo che la profonda felicità sia stare bene con Sé stessi e la nostra unica effettiva ricchezza sia il Tempo; entrambi possono essere enfatizzati durante il viaggio. Perché partendo accendiamo i nostri sensi, usciamo dall’area di comfort, ci confrontiamo con realtà sconosciute e, finalmente, fermiamo lo sguardo e l’attenzione su cose e persone che ci sono di fronte.
Non siamo passivi spettatori di un documentario, ma abbiamo l’occasione di vivere situazioni nuove con l’anima e con il corpo, aperti alla fascinazione del momento e del diverso.
Il punto è che questo esercizio potrebbe essere fatto anche senza partire lontano, ma semplicemente cambiando il nostro sguardo, allargando gli orizzonti, la prospettiva e la profondità. Ed è cercando e scoprendo la bellezza nelle cose e nelle persone, che non cadremo nel tranello della sterile critica dell’altro e nella delusione dei luoghi, ma impareremo a crescere insieme e attraverso le situazioni che andremo a incontrare.
Si tratta di cercare la bellezza, facendola propria. Questa è Contemplazione.

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