Quando mi trovo nella mia città, Roma, e mi sale un improvviso desiderio di viaggio, ma non ho né il tempo né la possibilità di partire, ho la mia ricetta.
Vado in uno dei bar più frequentati del quartiere, quello adiacente Piazza Santa Maria in Trastevere e mi accomodo a un tavolino, il primo libero. Ordino un caffè ristretto e proietto lo sguardo sul mondo intorno. Il cervello piano piano riattiva la funzione di osservatore curioso, di esploratore di dettagli e mi focalizzo sulle persone che mi circondano, che passano o che sono sedute vicino. Le osservo e immagino. Immagino la loro personalità, il mestiere che fanno, la loro vita sessuale… negli sguardi che si incrociano col mio, cerco di intuire felicità o tristezza, paura o giovialità. In effetti cerco di scoprire dietro a visi e comportamenti dove si nasconde la possibile bellezza di ogni essere umano.
Mi sento che sto viaggiando seduto con il mio ristretto, alimentando il mio spirito e la mia curiosità con una soddisfazione molto simile a quella che provo in viaggio scoprendo gente nuova… quando mi alzo dal bar mi sento un po’ più ricco di conoscenza umana e di tolleranza. Mi sono allenato per il prossimo viaggio geografico.
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Quando mio figlio era in quarta elementare, ho scoperto che sul libro di testo di italiano della scuola pubblica, si parlava dei miei viaggi intorno al mondo. Tre pagine con tanto di fumetti che mi rappresentavano e domande del tipo: perché è importante viaggiare? Oppure, perché viaggiare insegna la tolleranza? Sorprese della cosa, le maestre mi diedero carta bianca per andare in classe due volte al mese per parlare “di mondo”. Ne uscì un esercizio molto interessante. In uno dei primi incontri feci fare un tema dal titolo: Cosa sogni di diventare? E le risposte furono quasi all'unisono: per le femmine diventare una velina, per i maschi diventare come Francesco Totti.
Mi accorsi quindi che durante l'anno la mia missione sarebbe stata quella di allargare la visione, aprendo gli orizzonti della loro conoscenza e dell'immaginazione.
Tra i vari esercizi, feci salire, uno a uno, tutti in piedi sulla cattedra, per vedere le cose da altre angolature. Insegnai gli elementi di base dello Yoga e del Tai-Chi. Lasciai risuonare i Beatles, facendo imparare a memoria le parole di Imagine e poi i pensieri di filosofi antichi e moderni. Infine, proiettai molte immagini e video delle meraviglie del mondo e ritratti di personaggi che hanno fatto la storia.
Alla fine dell'anno chiesi ai bambini di rifare il tema. L’esperienza fu ripetuta per due anni consecutivi e ne uscirono due libri sorprendenti, con titoli di tema del tipo: Creerò la prima crociera per animali, oppure Diventerò presidente degli Stati Uniti', oppure, Sarò astronauta o pasticciera.
Nasciamo e cresciamo circondati da condizionamenti e stimoli circoscritti, ma potenzialmente esiste in ognuno di noi l'illimitatezza.
Nel caso di questi alunni, si erano liberate le fantasie e la capacità di guardare oltre.
Più panorama si ha davanti, più vie si aprono a noi e più possiamo essere liberi di scegliere …e di Essere.
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Attraverso uno sguardo più profondo e contemplativo, meno superficiale e distratto, possiamo imparare moltissime cose e raggiungere un vero stato di benessere e di appagamento. Occorre ritrovare un'attitudine ancestrale, che parte dallo sguardo dell'anima, passa attraverso la curiosità e la consapevolezza del tempo, per arrivare all'espressione dei sensi.
Che sia il percepire i luoghi dell'anima, assorbire i colori di nuove culture, distinguere i dettagli dei monumenti, ascoltare suoni o semplicemente osservare con distacco e consapevolezza il nostro essere in un posto nuovo e sentirci bene; la contemplazione è saper trovare la bellezza, imparando a cercarla da diverse prospettive e angolature.
Mi pongo in una modalità attraverso la quale è il mondo che mi gira intorno. Osservo e cerco empatia negli sguardi, osservo le sfumature di visi, di dettagli architettonici, di flussi in movimento.
Se sono irrequieto, passeggio in un bosco e osservando, attentamente gli alberi e i rami, la vegetazione a terra, ascoltando i suoni e silenzi, il nervosismo mi passa, sempre.
Viaggiando ho imparato che vivere non è una routine, ma un miracolo di ogni giorno, ed è un dovere valorizzarlo e tenere accesi i sensi e la capacità di stupirmi. Occorre quindi che la routine non ci assopisca. E per farlo esistono dei metodi che proverò a illustrare.
Come la luce calda di una candela riesce ad abbracciare le quattro pareti creando atmosfera, come la fragranza esotica del ylang ylang mi regala una sensazione di eleganza e bellezza, così lo sguardo profondo del contemplare riesce a riempirmi l'anima, creando pienezza…
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Nell'era antica si veneravano gli dei, le divinità, la natura. Nell'era industriale si rincorreva il materialismo. Oggi, con l'avvento dei social media, si condividono storie, foto e video, alla ricerca di like. Il desiderio di esperienze ci sta portando nell'era dello storytelling, in cui non è tanto importante cosa possiedi, ma cosa puoi raccontare di aver vissuto o incontrato. Stiamo passando dall'era del possesso a quella della condivisione.
Questo lo trovo un bel passo avanti della nostra società e in particolare dei giovani. Riguardo i social, sarà però fondamentale avere un'educazione ai mezzi di comunicazione.
Nello stesso anno in cui in Italia nasceva il Grande Fratello, partivo per il primo giro del mondo interattivo. Insieme a un gruppo di amici, ci spostavamo diretti dagli utenti del web (i viaggiatori reali erano il corpo e i viaggiatori virtuali la mente, insieme in un primo gioco mondiale). Attraverso delle schede di voto sul sito nomadcommunity.com, gli utenti decidevano dove farci andare e cosa farci fare. Azioni ed eventi che andavano dall’umanitario allo sport, dall’ecologia all’arte e alla cultura. Ogni sera mettevamo online i diari di bordo in tre lingue e video che provavano l'avvenuta realizzazione delle missioni. Il filo conduttore girava sempre intorno a messaggi positivi e a belle azioni intorno al mondo.
In realtà il progetto si è rivelato essere l'incubatore di diverse innovazioni: è stato il primo reality show di viaggi al mondo, la prima web community di viaggio in Italia, ed è stato precursore di quel che è oggi TripAdvisor.
In questo mio terzo giro del mondo ho sperimentato quello che sarebbe diventato negli anni il nuovo modo di viaggiare, più tecnologico e connesso con l'etere …forse troppo.
Anche perché un vero lusso di oggi è proprio potersi perdere, sparire senza farsi trovare.
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