La prima grande avventura inizia a due mesi, quando i miei genitori decidono che da Roma ci saremmo trasferiti in Sud Africa, paese natale di mamma. Da lì a 30 anni avrei traslocato, prima in famiglia e poi da solo, in 22 case diverse. Dopo la natura africana, studio principalmente in Francia: baccalaureat internazionale e poi laurea in comunicazione. Nel mezzo, lavoretti di ogni genere; da salumiere a cameriere, da skipper a attore per pubblicità, da McDonald a pozzi d'acqua nel deserto del Kalahari in Botswana. Fondo un'associazione umanitaria che mi permette di andare spesso in Africa, portando giovani volontari europei nelle scuole e orfanotrofi, principalmente nelle missioni Salesiane in Etiopia. Il primo contratto di lavoro è con l'Unesco, Nazioni Unite – a Nairobi in Kenya. Assistente del responsabile per lo sviluppo dei mass media nell'Africa dell'Est. Ma dopo quasi un anno denuncio il mio capo per corruzione; ahimè la cosa non importa a nessuno e si interrompe così sul nascere quella che sarebbe potuta diventare una carriera diplomatica.
Poi la 'Milano da bere' e il mondo delle agenzie di pubblicità. Alla ricerca di positività nel sociale, mi addentro anche nel non profit e creo il primo giornale di Buone Notizie.
Ma decido di mollare lavoro, ragazza e appartamento, per realizzare un grande sogno, realmente fatto in Nuova Zelanda: fare il giro del mondo senza soldi e senza bagagli. Un'avventura umanistica, mossa dalla profonda fiducia verso il prossimo e dalla convinzione che la gente mi avrebbe aiutato gratuitamente. Il progetto riscuote successo: articoli internazionali e un libro - 'il Grande Sogno' - venduto in diversi paesi.
Il viaggio diventa la mia meravigliosa malattia e, diventato amministratore della mia 01srl, creo NomadCommunity.com e realizzo un'altra prima mondiale: il giro del mondo interattivo.
Alla nascita di mio figlio Pietro, gli dedico il mio secondo libro, su: “le 100 cose da fare almeno una volta per dare colore alla vita”.
Si prende quindi un nuovo percorso, tra giornalismo di viaggio e docenze in scuole e università, per promuovere le bellezze del mondo e insegnare a viaggiare.
Entro nell'industria del turismo, lavorando per i principali tour operator specializzati in avventure di lusso. Mi sposto poi nella rappresentanza, prima delle più esclusive catene alberghiere al mondo, poi dei principali corrispondenti di viaggio, principalmente per l'Africa, il Medio Oriente e l'India. Promuovo sul mercato europeo le bellezze, le ricchezza e le differenze culturali di oltre 25 paesi.
Creo Round the World Tours, realizzando il sogno per centinaia di persone di fare il giro del mondo.
Al momento del lockdown dovuto al Covid, tra le mie rappresentanze europee avevo il principale gruppo di cliniche ayurvediche indiane: il Somatheeram Ayurveda Group. Qui ho approfondito le conoscenze della medicina olistica. Antica scienza indiana, di oltre cinque mila anni, l'ayurveda (letteralmente scienza della vita) ha l'obiettivo di prevenire e curare le malattie, agendo su tre elementi: lo Spirito, la Mente e il Corpo, enfatizzando il concetto di prevenzione. Credendo che ogni essere vivente nell’universo è una combinazione di cinque elementi (terra, acqua, fuoco, aria, etere), questi si manifestano anche nel corpo umano, in equilibri diversi a seconda del proprio Dosha, che può essere: Vatha, Pitha, Kapha.
In realtà i miei viaggi in India sono iniziati quasi 20 anni fa, quando lavoravo prima per Viaggi dell'Elefante, poi per l'esclusiva catena indiana Oberoi Hotels & Resorts. Ogni viaggio di lavoro era la scusa per approfondire un po' gli insegnamenti dello Yoga e delle sue declinazioni. Confesso di aver partecipato a molte classi di yoga di vario genere, dai classici Hata Yoga al Kundalini e ai più complessi Yin Yoga, Siddha Siddhanta Yoga e Ashtanga.
E tra i pochi vocaboli che ho imparato, ci sono le otto azioni che compongono lo Yoga: Yama (autocontrollo), Niyama (osservanze), Asana (posizione), Pranayama (controllo del respiro), Pratyahara (astrazione), Dharana (concentrazione), dhyana (meditazione) e il mio preferito, Samadhi (contemplazione).
Ma è quando ho lavorato per il corrispondente indiano Sita, gruppo Kuoni, che ho vissuto un'esperienza che mi ha fatto capire la differenza tra la meditazione e la contemplazione… A differenza della meditazione che è introspettiva, la contemplazione lavora sulla consapevolezza di ciò che ci è intorno, mirando a valorizzarne la bellezza; una forma di preghiera visiva. (Descrivere esperienza e insegnamento)
San Francesco di Sales diceva che: “La meditazione è madre dell’amore, la contemplazione ne è figlia”.
Quel che è certo è che entrambi i verbi sono mossi dalla ricerca del Sé interiore.
Se l’essere della nostra mente, della nostra emozione, della nostra azione e della nostra natura profonda, conscia e inconscia, si apre allo “sguardo” senza paura, ma con curiosità e ammirazione; se “vediamo” noi stessi nel mondo; allora stiamo appoggiando su solide fondamenta. La conoscenza di sé è ciò che conduce a meditazione e contemplazione ed è anche ciò che da esse è generato.