Contemplazione Religiosa
Mi piace una citazione provocatoria di Jiddu Krishnamurti che dice: Quando si perde il profondo rapporto intimo con la natura, i templi, le moschee e le chiese diventano importanti.
Colui che può contemplare la bellezza del mondo, sentendone anche la sofferenza, comprendendo entrambe le meraviglie, − colui è in contatto con le cose divine e si è avvicinato al segreto di Dio per quanto è possibile.
(Oscar Wilde)
Chi si sente destinato alla contemplazione e non alla fede, trova tutti i credenti troppo rumorosi e importuni: si mette al riparo da loro.
(Friedrich Nietzsche)
Il silenzio non è un vuoto, ma l'ascolto dei suoni interiori che assopiamo per paura di ascoltarci.
Dio è silenzio, è contemplazione
La preghiera cerca, la contemplazione trova. (Ugo di San Vittore)
In un mondo che ha perso il suo aspetto monastico.
Il cantico dei cantici di San Francesco, la prima canzone al mondo.
La cultura dell’immagine. Ne Sinagoghe né in moschee ci sono immagini, ma solo scritte. Il cristianesimo, delle tre religioni monoteiste è l’unico che mette in scena l’arte. E questo perché se Dio si è fatto uomo, è rappresentabile e in quanto rappresentabile, le nostre chiese sono piene di immagini. Se noi occidentali abbiamo una cultura dell’arte è grazie alla chiesa
Noi siamo mossi dal profitto, non dalla bellezza. In treno vedi artista violino, uomo le chiede come guadagna, anziche godere della bellezza
Leopardi che non vedeva la luna solo come un pianeta, ma come un’entità femminile a cui poter fare domande
Il poeta è cloui che non si ferma al visibile, ma ha una vista superiore, che i greci chiamano epopteia (guardare oltre). Solo così si può capire un’opera d’arte
Solo chi coltiva la propria anima può credere nella reincarnazione o nella vita eterna.
Umberto Galimberti: quando guardiamo un’opera d’arte ci comportiamo come quando guardiamo la perla di una conchiglia. Quando la ammiriamo ci dimentichiamo che la perla è la malattia di una conchiglia e senza quella malattia non sarebbe nata. Così senza la schizofrenia di tanti poeti, scultori e artisti non sarebbe nata mai un’opera d’arte. La bellezza non è una cosa tranquilla, la bellezza è una cosa che inquieta, che trafigge, che ti paralizza, che ti porta nella dimensione del sublime ma non sei tu il padrone del gioco, ma è la bellezza che ti gioca.